Le donne lesbiche nel Medio Evo
Anche se considerate meno gravi rispetto ad altri tipi di “trasgressioni” sessuali, ci sono fonti che documentano relazioni omosessuali femminili conosciute nel Medio Evo. Cerchiamo di saperne di più.
Le donne omosessuali venivano punite?
Sembra di si. Il penitenziale di Theodore, ad esempio, prevedeva tre anni di penitenza per una donna che intratteneva rapporti con un’altra donna. Questo era meno severo rispetto alla pena per un uomo che faceva sesso con una donna sposata (quattro anni) o con un altro uomo (dieci anni).
Cosa si può dedurre da queste differenze di pena?
Si può dedurre che la sessualità tra donne non veniva considerata così grave quanto l’adulterio o la sodomia maschile. Questo riflette probabilmente la convinzione che la sessualità femminile fosse “passiva” o comunque meno rilevante. Anche nel Penitenziale di Beda, le relazioni tra donne sono punite con tre anni di penitenza, mentre le suore che “fornicano con uno strumento” ricevono sette anni. Il ruolo sociale e il genere sembrano aver influito notevolmente sulla gravità attribuita al crimine.
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In che modo la posizione sociale influiva sul giudizio morale delle relazioni sessuali femminili?
La posizione delle donne nella società medievale, come nel caso delle suore, aggravava la valutazione morale delle loro azioni. L’uso di strumenti, considerato un tentativo di imitare la penetrazione maschile, aumentava la percezione di colpa. In generale, le relazioni tra donne venivano riconosciute come possibili, ma ritenute devianti solo in certi contesti, soprattutto quando minacciavano l’ordine dei ruoli di genere.
Esistono processi giudiziari documentati che riguardano relazioni omosessuali tra donne?
Sì, anche se sono rarissimi. Gli storici hanno identificato solo 12 casi documentati in tutto il Medioevo. Uno dei più noti è quello di Katherina Hetzeldorfer, processata nel 1477 a Speyer. Accusata di aver usato uno strumento simile a un fallo, fu giustiziata. Il processo è emblematico perché il reato non aveva un nome, a indicare che l’omosessualità femminile non era legalmente definita, pur venendo punita.
Perché il caso della Hetzeldorfer è così significativo?
Perché dimostra che le autorità punivano le donne che trasgredivano ai ruoli di genere. Katherina è descritta come “colei che ha il suo mezzo virile”, e le testimonianze del processo si concentrano sulla sua capacità di impersonare un ruolo maschile. La sua condanna a morte evidenzia una repressione particolarmente dura nei casi in cui le donne rompevano le convenzioni sociali di genere.
Cosa si intendeva per “sodomia” nel Medio Evo?
Si intendeva qualsiasi pratica sessuale al di fuori dell’atto penetrativo pene-vagina: dalla masturbazione al sesso anale, al sesso orale.
L’arte medievale offre testimonianze sull’intimità tra donne?
Sì, anche se in modo simbolico e moraleggiante. Un esempio raro è presente in una Bibbia moralizzata, in cui due donne si baciano sotto l’influenza dei diavoli, accanto a una scena analoga tra uomini. L’immagine rappresenta i “peccati della bocca” e associa l’intimità omosessuale alla tentazione, suggerendo più una preoccupazione teorica che una rappresentazione della realtà quotidiana.
Come viene rappresentata l’intimità femminile in quell’immagine?
Le donne sono l’unica coppia che si bacia effettivamente, ma è presente uno spazio tra i loro corpi. Questo potrebbe indicare un tentativo dell’artista di raffigurare l’intimità in modo non troppo erotico, oppure di sottolineare la loro femminilità. Inoltre, la posizione delle coppie – con quella maschile in primo piano – ribadisce la subordinazione sociale delle donne, anche tra peccatori.
Esistono invece rappresentazioni più positive o riconoscimenti pubblici di legami tra donne?
Un caso notevole è quello dell’ottone commemorativo di Elizabeth Etchingham e Agnus Oxenbridge, risalente al XV secolo. Si tratta di una raffigurazione funeraria in cui le due donne sono mostrate vestite in modo identico, rivolte l’una verso l’altra in segno di intimità. L’ottone si trova nella chiesa di Etchingham e la sua realizzazione avrebbe richiesto l’autorizzazione dei fratelli di entrambe, il che suggerisce un riconoscimento familiare e pubblico della loro relazione.
Possiamo affermare con certezza che fossero una coppia lesbica?
Non si può stabilire con certezza se la loro relazione fosse di tipo sessuale, ma i dettagli dell’ottone – abiti identici, posizionamento in semi-profilo, presenza nella stessa chiesa – indicano una vicinanza affettiva e sociale che va oltre l’amicizia ordinaria. La loro commemorazione congiunta è una testimonianza importante della possibilità di riconoscimento affettivo tra donne in epoca medievale.
In che misura la società medievale riconosceva le relazioni lesbiche?
Le fonti mostrano livelli molto diversi di riconoscimento. I testi religiosi e le leggi penitenziali ammettevano la possibilità teorica di rapporti lesbici, ma li inquadravano in chiave peccaminosa. I processi giudiziari punivano più duramente le relazioni che sovvertivano i ruoli di genere, soprattutto quando era presente l’uso di strumenti. L’arte e la commemorazione pubblica mostrano invece rari ma significativi segni di riconoscimento sociale o affettivo.
Cosa possiamo concludere sull’omosessualità femminile nel Medioevo?
Possiamo concludere dicendo che la società medievale non negava l’esistenza di relazioni omosessuali tra donne, ma le considerava in modo ambiguo e spesso subordinato a una prospettiva maschile. Il loro riconoscimento dipendeva da variabili come la classe sociale, il ruolo nella Chiesa e l’aderenza o meno ai ruoli di genere. Purtroppo, mancano fonti dirette prodotte dalle donne stesse o dalle classi popolari, per cui la ricostruzione resta parziale e condizionata dalle interpretazioni maschili e istituzionali.
Dr. Walter La Gatta
Fonte principale
How far did medieval society recognise lesbianism in this period?
Immagine
Elizabeth Etchingham e Agnus Oxenbridge, XV secolo