Salute pubblica e industria farmaceutica

Salute pubblica e industria farmaceutica

Salute pubblica e industria farmaceutica

Dr. Walter La Gatta

Il mercato farmaceutico globale è oggi dominato da un ristretto gruppo di multinazionali. Circa il 50% del settore è nelle mani di 15 aziende, tra cui spiccano colossi statunitensi come Pfizer, Merck, Johnson & Johnson, AbbVie, Gilead e Eli Lilly.

A queste si affiancano aziende britanniche (AstraZeneca, GSK), svizzere (Roche, Novartis), oltre a Teva (Israele), Bayer (Germania) e Sanofi (Francia).

Queste realtà svolgono un ruolo centrale nella produzione e distribuzione dei farmaci, contribuendo in modo decisivo alla salute globale.

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Quale è oggi il ruolo dei farmaci?

Nel sistema sanitario contemporaneo, i farmaci sono strumenti fondamentali non solo per curare, ma anche per prevenire e diagnosticare.

L’innovazione in ambito farmaceutico ha cambiato la vita delle persone?

Si. L’innovazione in ambito farmaceutico ha migliorato significativamente l’aspettativa di vita, ridotto la mortalità per molte patologie croniche e infettive, e contribuito a un maggior benessere psico-fisico.

Tuttavia, questa innovazione ha un costo elevato, sia in termini economici sia in termini etici, quando si scontra con le logiche del profitto.

In cosa consiste il marketing nel settore farmaceutico?

Il marketing nel settore farmaceutico rappresenta uno dei punti più delicati e controversi. A differenza di altri ambiti merceologici, qui la posta in gioco è la salute pubblica.

Eppure, le tecniche promozionali non sono sostanzialmente diverse da quelle utilizzate per vendere automobili o cosmetici.

La pubblicità diretta al consumatore (DTC – Direct To Consumer), permessa in pochi paesi come Stati Uniti e Nuova Zelanda, ha trasformato il rapporto tra cittadino e farmaco, promuovendo l’autodiagnosi e l’autoprescrizione.

Anche in Europa, dove la DTC è vietata per i farmaci con obbligo di prescrizione, il marketing è indirizzato ai professionisti sanitari tramite convegni sponsorizzati, materiali informativi e visite dei rappresentanti, influenzando potenzialmente le scelte terapeutiche.

Già nel 1894 William James denunciava con forza l’“abominio della pubblicità medica”, proponendo pene esemplari per chi la praticava. Una posizione estrema, ma che evidenzia un problema ancora attuale: l’ambiguità morale di una comunicazione commerciale in un settore dove la vulnerabilità del pubblico è particolarmente alta.

Dr. Walter La Gatta

C’è un conflitto fra salute pubblica e profitto?

Si. Il marketing non è neutro: influenza la domanda, condiziona i consumi, può medicalizzare esperienze comuni della vita umana.

Un esempio?

Ansia, disfunzioni sessuali, disturbi del sonno, menopausa, comportamenti infantili vengono talvolta trattati come patologie solo perché esistono soluzioni farmacologiche da proporre. Questo fenomeno è noto come “disease mongering” (mercificazione della malattia).

Perché l’industria farmaceutica è spesso oggetto di critiche ?

Secondo alcuni autori  esse:

  • privilegiano il marketing e i profitti rispetto alla ricerca e allo sviluppo.
  • influenzano pesantemente la formazione dei medici.
  • promuovono l’uso off-label dei farmaci in modo illegale o scorretto.
  • praticano politiche di prezzo eccessivamente alte.
  • ostacolano la concorrenza e la regolamentazione, anche attraverso pressioni politiche.

Dr. Walter La Gatta

 

I numeri giustificano il prezzo elevato dei farmaci?

No. Secondo un rapporto del 2002 di Families, USA, i bilanci finanziari mostrano che solo l’11% dei ricavi viene speso in ricerca e sviluppo, mentre il 27% va in marketing, pubblicità e amministrazione. I profitti sono intorno al 18%, molto più alti rispetto ad altri settori.

Cosa dire dei brevetti?

La protezione della proprietà intellettuale garantisce alle aziende guadagni sui farmaci innovativi, ma può ostacolare l’accesso universale a cure salvavita, come accaduto durante la pandemia da COVID-19.

In questo contesto, il ruolo delle aziende è stato cruciale nello sviluppo dei vaccini, ma anche oggetto di critiche per i margini di profitto elevati e per la diseguaglianza nella distribuzione delle dosi tra paesi ricchi e poveri.

Dr. Walter La Gatta

Qual è il ruolo dei medici in tutto questo?

Secondo alcuni autori di libri sull’argomento (The Truth about the Drug Companies di Marcia Angell, On the Take di Jerome P. Kassirer, Powerful Medicines di Jerry Avorn), i medici vengono spesso corrotti con inviti a convegni, pasti gratuiti, regali e campioni. Le aziende cercano di guadagnarsi la loro fedeltà, minando così l’autonomia clinica e la qualità della prescrizione.

Cosa distingue l’industria farmaceutica da quella del tabacco?

Nonostante le pratiche discutibili, Big Pharma produce anche farmaci efficaci e salvavita. L’industria del tabacco, invece, produce solo prodotti intrinsecamente dannosi. Tuttavia, la logica commerciale e le strategie promozionali sono spesso comparabili in termini di aggressività e inganno.

Quale sarebbe la situazione ideale?

In un sistema ideale, la promozione dei farmaci potrebbe rispondere maggiormente a criteri di trasparenza, equità e responsabilità sociale. In particolare è stato suggerito che:

  • Il marketing dovrebbe essere separato dalla formazione medica e dalla prescrizione clinica.
  • I professionisti della salute dovrebbero ricevere aggiornamenti scientifici indipendenti, non finanziati dai produttori.
  • Andrebbe vietato il finanziamento aziendale alla formazione medica continua, escludendo i rappresentanti farmaceutici da ambulatori e ospedali.
  • La pubblicità diretta al pubblico andrebbe vietata o regolamentata, in modo da evitare messaggi ambigui, suggestivi o fuorvianti.
  • I brevetti dovrebbero tutelare l’innovazione, ma essere contemperati dal diritto alla salute, con meccanismi di licenza obbligatoria in caso di emergenze o necessità globali.

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Città e Prezzi

La creazione di una industria farmaceutica pubblica potrebbe essere una idea?

Si. Una industria farmaceutica pubblica potrebbe garantire l’accesso a farmaci essenziali a prezzi sostenibili, riducendo la dipendenza dal mercato privato. È necessario che nel settore farmaceutico operi anche un’industria che faccia ricerca senza essere finalizzata al profitto, ma alla salute pubblica.

L’industria farmaceutica necessita di riforme e controlli più severi?

Si, tuttavia, demonizzarla senza affrontare le vere dinamiche economiche e politiche che la rendono così potente rischia di essere inefficace. È necessario agire non solo sui sintomi, ma anche sulle cause.

Dr. Walter La Gatta

Intervista su Eiaculazione Precoce

Fonte principale:
American Scientist – Indicting Big Pharma

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