Sei uno psicopatico! Cosa significa?
Quante volte si definisce una persona “strana” come uno “psicopatico”? Ma cosa significa davvero questa parola? Cerchiamo di capire meglio.
Cosa è la psicopatia?
La psicopatia è una condizione caratterizzata da una combinazione di tratti di personalità, emozioni superficiali e comportamenti antisociali.
Come si comportano i soggetti psicopatici?
I soggetti psicopatici tendono a mostrare freddezza emotiva, mancanza di empatia, egocentrismo marcato e una scarsa capacità di provare senso di colpa o rimorso per le proprie azioni.
Tra i comportamenti più frequenti si possono osservare:
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Uso della menzogna e manipolazione per ottenere vantaggi
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Incapacità di stabilire relazioni affettive profonde
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Impulsività e comportamenti a rischio
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Superficialità emotiva
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Assenza di senso di colpa
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Tendenza al controllo e al dominio sugli altri
Lo psicopatico è sempre un criminale?
No. Anche se il termine è spesso associato a criminali violenti nei media, non tutti gli psicopatici commettono reati. Alcuni possono condurre vite socialmente funzionali, ma mantenendo tratti manipolatori, privi di empatia e orientati al proprio vantaggio personale.
Il termine “psicopatia” è ancora usato in psichiatria?
Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), il termine psicopatia non compare come categoria diagnostica autonoma. È in parte ricompreso nel disturbo antisociale di personalità, ma non del tutto sovrapponibile. La psicopatia è oggi spesso studiata come costrutto dimensionale, valutabile tramite strumenti specifici, più che come diagnosi nosografica rigida.
Esiste un test per identificare la psicopatia?
Sì. Lo strumento più noto è la PCL-R (Psychopathy Checklist-Revised) di Robert Hare, utilizzato principalmente in ambito forense. Si basa su una valutazione clinica approfondita, che considera tratti affettivi, interpersonali e comportamentali. È uno strumento complesso, somministrabile solo da professionisti esperti. Esistono anche versioni adattate per la ricerca o per contesti clinici non forensi.
Che cos’è la sociopatia? È la stessa cosa della psicopatia?
Il termine sociopatia è spesso usato come sinonimo di psicopatia, ma ci sono differenze. In generale:
La psicopatia è considerata più innata, legata a fattori neurobiologici e genetici, mentre la La sociopatia è più acquisita, legata a esperienze ambientali traumatiche, abusi o contesti disfunzionali.
Quale è la differenza fra un sociopatico e uno psicopatico?
Il sociopatico, rispetto allo psicopatico, mostra spesso più impulsività, reazioni emotive esplosive e attaccamento a piccoli gruppi sociali (per esempio la propria famiglia). È meno calcolatore e più disorganizzato nei comportamenti devianti.
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Come si può distinguere uno psicopatico da un sociopatico?
Pur con molte sovrapposizioni, si possono indicare alcune differenze generali:
Caratteristica | Psicopatico | Sociopatico |
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Origine | Più biologica/genetica | Più ambientale/relazionale |
Controllo emotivo | Freddo, calcolatore | Impulsivo, reattivo |
Relazioni sociali | Manipolative, prive di affetto reale | Attaccamento disfunzionale a pochi |
Regole sociali | Indifferente | Conflittuale |
Comportamento criminale | Più pianificato e nascosto | Più disorganizzato e evidente |
È una delle condizioni di personalità più difficili da trattare. Molti psicopatici non chiedono aiuto, e quando lo fanno, è spesso per manipolare il terapeuta o ottenere benefici esterni. Tuttavia, alcuni approcci psicoterapeutici, soprattutto di tipo cognitivo-comportamentale, possono essere utili nel ridurre comportamenti problematici, specie nei contesti di intervento precoce o in soggetti giovani.
Tutti gli psicopatici sono pericolosi?
Non necessariamente. Alcuni possono vivere all’interno delle regole sociali, sfruttando i propri tratti (freddezza, mancanza di empatia, decisionismo) in modo funzionale, anche se potenzialmente dannoso per chi li circonda. Esistono anche i così detti “psicopatici di successo”.
Perché i media sono affascinati dalla figura dello psicopatico?
La psicopatia rappresenta un confine estremo dell’umano: ci mostra cosa significa vivere senza rimorso, senza empatia, senza vincoli morali. Questo inquieta e, al tempo stesso, affascina. La fiction ha costruito personaggi emblematici – da Hannibal Lecter a Patrick Bateman – che incarnano questo archetipo dell’“umano disumano”, provocando paura, ma anche attrazione.
Dr. Walter La Gatta
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