Figli adolescenti: come gestirli

Figli adolescenti: come gestirli

Dr. Walter La Gatta

L’adolescenza è una fase di trasformazione intensa, sia per i ragazzi che per i genitori. Questo periodo, caratterizzato da cambiamenti fisici, emotivi e sociali, può generare conflitti e incomprensioni. Vediamo alcune strategie utili ai genitori per affrontare al meglio questa fase.

Quale periodo della vita riguarda l’adolescenza?

L’adolescenza comincia nel periodo della pubertà, ma la sua conclusione tende ad essere spostata sempre più in avanti: fino ai 30 anni circa.

Questo spostamento in avanti è un fenomeno più socio-culturale che biologico. L’atteggiamento psicologico adolescenziale rimane infatti fino a che l’individuo non raggiunge l’autonomia, il che oggi avviene, appunto, intorno ai trenta anni.

Se la società primitiva era molto vicina al fatto biologico (come un cucciolo, che diventa adulto quando può riprodursi), la complessa società attuale rispetta canoni del tutto diversi da quelli dettati dalla natura.

Quali sono le principali fasi dell’adolescenza?

  • 12-15 anni

Appaiono le caratteristiche sessuali secondarie: crescono i peli del corpo, aumenta la sudorazione e la produzione di grasso nei capelli e nella pelle.

Ragazze – sviluppo del seno e delle anche, inizio delle mestruazioni;

Ragazzi – crescita dei testicoli e del pene, “sogni bagnati”, abbassamento della voce,  aumento di altezza e peso.

– Preoccupazione per i cambiamenti fisici e critica dell’aspetto (dismorfofobia);
– Ansia su cambiamenti sessuali secondari;
– I pari utilizzati come punti di riferimento  (confronto tra sé e coetanei)

  • 15 – 18 anni

Appaiono le caratteristiche sessuali secondarie:

Si raggiunge il 95% dell’altezza degli adulti;
La crescita fisica rallenta nelle ragazze, continua per i maschi
La pubertà è completata.

– Minore preoccupazione per i cambiamenti fisici, ma maggiore interesse per l’estetica personale;
– Attività fisica molto intensa, alternata a letargia.

Ipnosi. Dr. Walter La Gatta

Quali sono i comportamenti tipici  durante l’adolescenza?

L’adolescenza è un periodo che presenta molti cambiamenti nel corpo, nel modo di relazionarsi con gli altri, nelle amicizie. I ragazzi in questo periodo avvertono un forte bisogno di indipendenza e questo comporta molte insicurezze e malumori. La caratteristica principale del comportamento degli adolescenti sono i loro particolari rituali, i luoghi di ritrovo, i gerghi, gli atteggiamenti di ribellione, il bisogno di appartenenza al gruppo dei pari e il desiderio di maggiore autonomia. Per i genitori, è fondamentale comprendere che tali comportamenti non sono necessariamente un rifiuto della famiglia, ma esprimono un naturale bisogno di evoluzione: sono comportamenti che hanno lo scopo di costruire una identità personale più sicura e al tempo stesso differente da quella dei genitori o dell’ambito familiare.

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Che relazioni ci sono con gli amici in questo periodo?

Sebbene nell’adolescenza si possano vivere molti episodi di bullismo, la solidarietà fra gli amici è in genere molto forte e questo aiuta i ragazzi in questo percorso di cambiamento, che comporta il distacco dalla famiglia e dal senso di protezione cui erano abituati.

Quanto conta l’esperienza scolastica?

La scuola media difficilmente viene ricordata con affetto dalla maggior parte delle persone: la scuola superiore è invece vissuta in modo migliore, anche perché quando i ragazzi frequentano le superiori i tempi sono ormai maturi per iniziare veramente a definire se stessi nella relazione con i pari e con gli insegnanti. I più maturi iniziano già in questo periodo  a contemplare realisticamente dei possibili progetti di vita.

Quali competenze vengono acquisite in questo periodo?

Nell’adolescenza si acquisiscono le competenze che rendono la persona adulta; in particolare si iniziano a padroneggiare le abilità sociali, sviluppando relazioni interpersonali che diventano sempre più profonde.

Quale è il maggiore bisogno sentito dagli adolescenti?

Il maggior bisogno degli adolescenti è sentirsi normali, cioè come gli altri ragazzi della propria età. I genitori possono essere d’aiuto, svolgendo con attenzione il proprio ruolo, di rassicurazione e di indirizzo.

Come è in questo periodo il rapporto genitori-figli?

In genere è piuttosto turbolento. Durante l’adolescenza, tuttavia, i ragazzi hanno bisogno dei loro genitori più che mai. Ai genitori è richiesta, dunque un po’ di pazienza, affinché, nonostante gli scontri sulle opinioni o sui comportamenti, i ragazzi possano continuare ad avere piacevoli attività familiari, ma soprattutto poter contare sui genitori ogni volta che ne avranno bisogno.

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Quali sono i comportamenti tipicamente errati dei genitori?

Non è sempre facile rapportarsi con i giovani e l’adulto che abbia in mente di farlo, deve anzitutto lavorare su se stesso, per evitare che il rapporto con l’adolescente faccia scattare in lui dei meccanismi controtransferali, dovuti al ricordo e alle ambiguità tuttora irrisolte del proprio vissuto adolescenziale.

I più comuni comportamenti errati, contrapposti fra loro, sono i seguenti :

– Svalorizzare l’adolescente, cioè trattarlo da incompetente: questa è una forma di autoritarismo dovuto ad ansia e insicurezza personale;

– Fare il complice dell’adolescente. L’adolescente non ama gli adulti che si atteggiano a ragazzoni non cresciuti ed in genere vive queste figure come patetiche, esigendo una certa distanza da loro.

– Fare confronti con gli altri: ogni ragazzo ha il proprio ritmo di crescita e le proprie peculiarità.

– Dare punizioni eccessive: piuttosto che punire, è meglio spiegare le conseguenze naturali di alcune azioni e premiare i comportamenti positivi.

L'Adolescenza

Quali sono i comportamenti corretti dei genitori di figli adolescenti?

Sono i seguenti:

– Aiutare i ragazzi nel loro distacco, facendo il possibile per non farli sentire in colpa per questo loro bisogno di allontanamento;

– Rassicurarli (dilatando gli elementi di sicurezza già presenti);

– Fornire loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno, anche sulla vita sessuale;

– Prestare sempre ascolto, consigliandoli senza giudicare. I ragazzi devono sentirsi liberi di esprimere emozioni e opinioni senza il timore di essere giudicati.

– Mantenere la calma: reagire con rabbia può alimentare tensioni, mentre un atteggiamento sereno facilita la risoluzione dei problemi.

– Esprimere le proprie emozioni: raccontare le proprie esperienze adolescenziali può aiutare i figli a sentirsi compresi.

– Creare occasioni di dialogo spontaneo, come durante i pasti o le attività condivise. Mantenere una comunicazione aperta e un dialogo sincero e reciprocamente rispettoso.

– Trovare compromessi: dare loro voce nelle decisioni può ridurre le opposizioni.

–  Stabilire regole precise, pur con una certa flessibilità, per aiutare gli adolescenti a sviluppare senso di responsabilità e rispetto.

– Definire insieme le regole: coinvolgere i ragazzi nelle decisioni da prendere li aiuta a sentirsi responsabili e rispettati.

– Essere coerenti con quanto si è stabilito insieme, per non creare confusione e insicurezza.

– Adattare le regole alla crescita dei ragazzi: con il tempo, alcune restrizioni devono essere allentate per favorire la loro autonomia.

– Riconoscere le competenze dell’adolescente: l’autostima di un adolescente si sviluppa anche attraverso il riconoscimento delle proprie competenze e la possibilità di sperimentare:

– Incoraggiare le loro passioni: sport, arte, musica e altre attività possono aiutarli a scoprire talenti e interessi.

Clinica della Timidezza

 

Quali sono le tecniche di comunicazione da utilizzare nel cercare di aiutarli?

A volte i genitori vorrebbero fare qualcosa per i figli, ma si sentono respinti.

Ecco qualche suggerimento di comunicazione ben posta quando l’adolescente pone un problema:

1. Spiegami bene … Cominciare così perché l’adolescente si spieghi anche con se stesso. La chiarezza dell’eloquio è spesso anche chiarezza di idee e progetti. L’effetto del parlare è quello di guardarsi dentro, operazione che gli adolescenti non sono ancora abituati a fare molto spesso, e che gli servirà per crescere come persone.

2. Cosa si potrebbe fare per risolvere il tuo problema? Insegnare al ragazzo ad esplorare tutte le vie possibili per la soluzione del problema, per poi soffermarsi sulle ipotesi più praticabili, cercando insieme le strategie di azione.

3. Tu cosa vorresti fare ? Questa domanda serve per far capire all’adolescente che si vuole tenere conto anche delle sue opinioni e si è pronti a discuterne insieme.

4. Evitare di proporsi come esempio di saggezza vivente. Occorre aiutare l’adolescente a capirsi meglio, per accrescere la stima di sé e trovare il coraggio di risolvere i suoi problemi da solo ed in modo efficace. Non ha alcun senso proporsi come persona che non sbaglia mai, rafforzando i sensi di inadeguatezza dell’adolescente;

5. Evitare che i consigli diventino imposizioni. Lasciare ragionare l’adolescente sul proprio problema, sostenerlo, aiutarlo per quello che è possibile, lasciando però che cominci a prendere le sue decisioni da solo, assumendosene le responsabilità.

Questi consigli possono aiutare a migliorare il clima familiare e mettere l’adolescente nella condizione di sentire di potercela fare da solo, il che accresce la sua autostima e gli/le permette di crescere come persona, non solo in termini di età.

Quando chiedere aiuto?

Se un adolescente manifesta segnali di disagio persistenti, come isolamento, aggressività o calo del rendimento scolastico, può essere utile consultare uno/a psicologo/a o uno/a specialista dell’età evolutiva. Un supporto professionale può aiutare a comprendere meglio i loro bisogni e a trovare strategie efficaci per affrontare eventuali difficoltà.

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

 

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Foto di Elijah O’Donnell